Entrare in uno studio di psicoterapia significa lasciare fuori dalla porta il mondo che ci circonda e rivolgere uno sguardo curioso e interessato verso noi stessi.

In quel momento, in quello spazio possiamo fermarci ad osservare con occhi diversi l’ambiente in cui viviamo, comprendere come funziono io e l’altro. Cosa ci porta a reagire e comportarci in un determinato modo? Quali possono essere le emozioni o i sentimenti con cui abbiamo difficoltà ad entrare in contatto o crediamo di non saper gestire (rabbia, tristezza, dolore, paura, gioia, ansia, vissuti di perdita, senso di vuoto e inadeguatezza)?

Con la presenza attiva e partecipe di un esperto possiamo muovere questo sguardo, libero da pregiudizi, nel profondo di noi stessi per arrivare ad amarci realmente ed entrare in relazione autentica con l’altro.

Non è necessario avere già individuato l’obiettivo di lavoro, il problema o il motivo che ci crea disagio o che ci spinge ad entrare in contatto con uno psicoterapeuta. Il primo incontro può servire proprio a questo: capire cosa vorresti, di cosa potresti avere bisogno e delineare l’eventuale strada per raggiungere nel più breve tempo possibile la tua esigenza. Attraverso il dialogo e lo scambio, il primo colloquio offre anche la possibilità di instaurare un feeling, di comprensione e accoglienza, tra la persona e il terapeuta: vengono così a crearsi le basi per una buona ed efficace alleanza di lavoro.